Poco distante dall’abitato di Ponte Valleceppi percorro una strada in salita che s’inoltra tra colline di olivi, alberi e poche case, quando a un certo punto, giunta a un incrocio mi fermo. Sulla sinistra ci sono dei sassi su un angolo di prato che mi indicano un paesino: Civitella d’Arna.
L’origine del nome
Il suo nome deriva dall’etrusco “arno” (corrente del fiume), identità dell’antica città di Arna che una volta comprendeva i territori di Civitella e quelli limitrofi, tra il Tevere e il Chiascio.
Proseguo, così, in questa direzione e un suggestivo viale alberato mi porta quasi a ridosso del centro, da dove continuo a piedi per arrivare al castello.
Questa costruzione risale al XIII sec. e, costruita sulle mura di alcune cisterne romane, mantiene tuttora il fascino di quell’epoca.
Entro dall’arco che si apre tra le mura, e davanti a me trovo una piccola piazza e una delle facciate più belle della fortificazione.
La festa delle campane
Mi fermo a chiacchierare con una gentile signora che mi racconta della celebre “Festa delle Campane e del Dialetto perugino”, che si svolge ogni anno dopo ferragosto.
Il paese e il castello, illuminati da candele, rievocano momenti di vita del 1800, quando le tre campane della chiesa, dopo la loro fusione, suonarono per la prima volta nel 1850. Il mondo contadino si riprende la scena, in quei giorni, anche con mostre di antichi arnesi e mestieri, mentre negli stand rivivono i piatti della tradizione umbra, con qualche specialità caratteristica di quel periodo.
Scene teatrali, vecchi giochi e la corsa del carretto riempiono le serate di agosto, che si concludono con la fusione di una vera campana.
Sicuramente tornerò qui durante l’estate, per vivere insieme agli abitanti questa curiosa festa!
(Photo credit immagine di testata: Raimondo Biscarini)